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Riccardo Polosa ha parlato all’Onu

Lo scienziato italiano presenterà a New York le evidenze scientifiche ed i risultati raggiunti in molti Paesi in questi grazie all’utilizzo delle #SigaretteElettroniche.

Dopo gli interventi tenuti presso il parlamento britannico e l’incontro con il governo giapponese, il professor Riccardo Polosa, il 27 Settembre, a New York ha partecipato alla terza assemblea generale delle Nazione Unite istituita dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sulle malattie non trasmissibili.

Il direttore del CoEHAR (il Centro di ricerca internazionale per la riduzione del danno da fumo dell’Università degli studi di Catania), in veste di autorevole membro della comunità scientifica internazionale ha parlato di politiche di salute pubblica e di soluzioni per ridurre l’impatto del fumo nel mondo.

Polosa ha partecipato al Multi-stakeholder Panels 1,  durante la quale si sono affrontati due temi il rafforzamento dei sistemi per prevenire e tenere sotto controllo le malattie non trasmissibili e la promozione di stili di vita più sani; che queste malattie (rappresentate dal cancro, dalle malattie cardiovascolari, dal diabete e dai disturbi respiratori cronici) sono oggi il principale rischio per la salute e lo sviluppo umano e hanno come fattore di rischio primario proprio il fumo.

Ad ottobre del 2017, la Commissione delle Nazioni Unite ha pubblicato  “Time to deliver: report of the WHO Independent High-Level Commission on Noncommunicable Diseases” dove sono state elencate le raccomandazioni per contrastare la comparsa delle malattie non trasmissibili causate principalmente dal tabagismo, dall’abuso di alcol, dall’alimentazione non corretta e dai bassi livelli di attività fisica.Prima della della partenza Polosa aveva detto:

L’attenzione mediatica verso questo evento di portata globale deve fare da eco alla grande rivoluzione che il mondo sta vivendo, presenterò a New York le evidenze scientifiche ed i risultati raggiunti in molti Paesi in questi anni grazie all’utilizzo di strumenti che riducono il rischio del fumo. Stiamo combattendo questa piaga cercando di cambiare definitivamente lo stile di vita di intere nazioni. Ma è necessario che le Istituzioni ci supportino in questo cambiamento che può rappresentare una grande opportunità

Polosa ha partecipato anche come consulente scientifico di Innco, la coalizione globale di associazioni di utilizzatori di sigaretta elettronica che aveva presentato, pochi giorni prima, all’Organizzazione Mondiale della Sanità una lettera aperta con la quale presentava le seguenti richieste:


  • riconoscere l’uso di sigarette elettroniche come parte efficace della strategia di riduzione del danno;
  • invertire la decisione presa alla COP7 per invitare i paesi a prendere in considerazione misure normative più restrittive sull’uso delle elettroniche;
  • confermare che le sigarette elettroniche devono essere regolamentate come prodotti diversi dai tradizionali prodotti del tabacco.

Le decisioni che verranno prese a New York saranno il punto di partenza di un nuovo modo di pensare la prevenzione globale, un momento fondamentale per le scelte future di politica antifumo.

Dal 1 al 6 ottobre a Ginevra si terrà l’ottava sessione della Conferenza delle Parti (COP 8) alla Convenzione quadro dell’Oms per il controllo del tabacco.

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Sigaretta elettronica danneggia le cellule polmonari? “Lo studio è inverosimile”

Il professor Massimo Caruso dell’università di Catania approfondisce la ricerca pubblicata sulla rivista Thorax e osserva che: “Non è basata su criteri reali”

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Thorax le sostanze contenute nei liquidi di ricarica per #SigaretteElettroniche possono compromettere le funzioni immunitarie di alcune cellule che si trovano nei polmoni.

A distanza di qualche giorno, arriva la risposta della comunità scientifica che sembrerebbe smontare i risultati evidenziati in relazione alla metodologia usata che non riprodurrebbe condizioni verosimili.

Massimo Caruso, docente dell’Università degli Studi di Catania ed esperto di asma e immunologia della Lega Italiana Anti Fumo afferma che; 

“Come è accaduto per altri studi, ci troviamo di nuovo di fronte all’impossibilità di tradurre i risultati di uno studio nella realtà dell’utilizzo quotidiano della sigaretta elettronica. La necessità di seguire protocolli standardizzati e ben definiti per la generazione del vapore risulta di nuovo evidente. 

L’esposizione per 24 ore al condensato del vapore di e-cig, ad esempio, è lontanissima dalla realtà perchè nessuno svapa ininterrottamente per 24 ore.  

I macrofagi alveolari, inoltre, non sono cellule circolanti, bensì residenti nel tessuto polmonare e per avere una reale identificazione degli effetti del vapore di e-cig su di essi bisognava creare un modello di tessuto polmonare per esporli all’effetto diretto del vapore.

Insomma sebbene sia positivo l’uso di cellule umane normali, oltre a quelle tumorali, i dati di questo studio appaiono, a nostro avviso,clinicamente irrilevanti.”